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Il sociale Songtext
von Giorgio Gaber

Il sociale Songtext

Il sociale, il sociale
Il sociale non so bene cosa voglia dire
Il sociale

Il sociale è uno stranissimo concetto
Che non vuol dir più niente
O vuol dire tutto
Il sociale forse non esiste
O si è gonfiato tanto
Che ha perso ogni valore

Non so se è fratellanza o scienza
Istinto naturale o amore
Il sociale è una nozione delle più confuse
Che per ragioni misteriose abbiamo il dovere di salvare

Il sociale è un calderone cerebrale
Dove sta dentro qualsiasi cosa
È l′organizzazione del lavoro i conti della spesa
I poveri la casa
È un assistente premurosa che ti rincalza il letto
Come è una sposa


Come sta il sociale? Sta bene grazie
Come sta il sociale? Sta bene grazie

Il sociale è il passatempo della demagogia
Politica mondiale
È l'alibi dell′uomo di sinistra
Che se lo porta a casa e lo riveste
Di ideologia
Così adatta a far passare meglio
Qualche vecchia idea

Ma è l'alibi dell'uomo anche di destra
Che in fondo del sociale se ne frega
Ma dopotutto è una nozione così vaga
E così adatta alle speculazioni
Di bassa lega

Come sta il sociale? Sta bene grazie
Come sta il sociale? Sta bene grazie


Il sociale è la coscienza di tutti i cittadini
Le centocinquanta ore e poi contraccettivi
Per far bene l′amore
Le strade ben tenute la carta nei cestini
E finalmente han fatto anche i cessi per i cani
Una specie di latrina socialista pulita e poco in vista

Il sociale è questo assurdo paradosso
È questa inflazione d′amore che ci piove addosso
Stanateli, stanateli, stanateli

E finalmente i risultati elettorali
Ci possono anche divertire
Coi loro tabelloni come a Giochi senza frontiere
Perché il sociale è il nostro carnevale organizzato
È l'anno della donna, è l′anno del bambino
È l'anno dell′handicappato
È l'anno della pace, l′anno del concilio
La gente guarda e si diverte come a un cinemino a domicilio

Il sociale ha vinto, ha avuto ragione
Il sociale ha vinto con raffinato adescamento
E coercizione
Col gran bombardamento e la sua furia smisurata
Di seduzione
Stanateli, stanateli, stanateli

Il sociale è diventato soprattutto
Il tempo libero totale
Le grandi camminate
L'estate romana Milano d'estate
E poi i digiuni per la pace
E canto e ballo e mostre
E i Bronzi di Riace

Il sociale è diventato proprio tutto
Purché sia spettacolare
Folclore popolare e carnevale come niente fosse
Cortei risotto in piazza e un po′ di aggiornamento per le masse
Sondaggi di opinione simpatiche interviste
Che fanno venir fuori un po′ di nuovi umori e di genialità

Il sociale è la faccia di Costanzo
E di Gianni Minà
Il sociale sta diventando una sciagura
Per non parlare di quanto costa agli assessori della cultura

Il sociale è un alluvione, è un uragano
È il cinema, il teatro, per le scuole
È il centenario Wagneriano
E noi che andiamo, andiamo, andiamo, andiamo
Un po' per gioco, un po′ per non morire, un po' a casaccio
E se oggi ritornasse Emmanuele Kant
Farebbe il tutto esaurito al Brancaccio

E viene spesso da pensare con un po′ di dispiacere
Che ormai non c'è più niente di esclusivo e riservato
E viene voglia di scazzare e anche di dire
Che la cultura dovrebbe essere segreta
E che non va bene spalmata sopra il pane
Come la marmellata

E se c′è ancora della gente strana
Che ama solo la sua tana
E se ci sono ancora i non socializzati
Che fan fatica a prendere parte
Agli ideali luminosi che gli sono dati

Stanateli, stanateli, stanateli da casa
Massaie scuole medie pensionati vecchi e bambini
Stanateli, stanateli, portateli coi torpedoni
Col sacrosanto abbonamento coi pulmini dei comuni
Con le ambulanze gli appositi lettini le seggiole portatili

Stanateli, stanateli, stanateli, stanateli
Stanateli, stanateli, stanateli, stanateli
Stanateli, stanateli, stanateli, stanateli

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