Canzone quasi d’amore Songtext
von Francesco Guccini
Canzone quasi d’amore Songtext
Non starò più a cercare parole che non trovo
Per dirti cose vecchie con il vestito nuovo
Per raccontarti il vuoto che, al solito, ho di dentro
E partorire il topo vivendo sui ricordi
Giocando coi miei giorni, col tempo
O forse vuoi che dica che ho i capelli più corti
O che per le mie navi son quasi chiusi i porti
Io parlo sempre tanto, ma non ho ancora fedi
Non voglio menar vanto di me o della mia vita
Costretta come dita dei piedi
Queste cose le sai perché siam tutti uguali
E moriamo ogni giorno dei medesimi mali
Perché siam tutti soli ed è nostro destino
Tentare goffi voli d'azione o di parola
Volando come vola il tacchino
Non posso farci niente e tu puoi fare meno
Sono vecchio d'orgoglio, mi commuove il tuo seno
E di questa parola io quasi mi vergogno
Ma c'è una vita sola, non ne sprechiamo niente
In tributi alla gente o al sogno
Le sere sono uguali, ma ogni sera è diversa
E quasi non ti accorgi dell'energia dispersa
A ricercare i visi che ti han dimenticato
Vestendo abiti lisi, buoni ad ogni evenienza
Inseguendo la scienza o il peccato
Tutto questo lo sai e sai dove comincia
La grazia o il tedio a morte del vivere in provincia
Perché siam tutti uguali, siamo cattivi e buoni
E abbiam gli stessi mali, siamo vigliacchi e fieri
Saggi, falsi, sinceri, coglioni
Ma dove te ne andrai? Ma dove sei già andata?
Ti dono, se vorrai, questa noia già usata
Tienila in mia memoria, ma non è un capitale
Ti accorgerai da sola, nemmeno dopo tanto
Che la noia di un altro non vale
D'altra parte lo vedi, scrivo ancora canzoni
E pago la mia casa, pago le mie illusioni
Fingo d'aver capito che vivere è incontrarsi
Aver sonno, appetito, far dei figli, mangiare
Bere, leggere, amare, grattarsi
Per dirti cose vecchie con il vestito nuovo
Per raccontarti il vuoto che, al solito, ho di dentro
E partorire il topo vivendo sui ricordi
Giocando coi miei giorni, col tempo
O forse vuoi che dica che ho i capelli più corti
O che per le mie navi son quasi chiusi i porti
Io parlo sempre tanto, ma non ho ancora fedi
Non voglio menar vanto di me o della mia vita
Costretta come dita dei piedi
Queste cose le sai perché siam tutti uguali
E moriamo ogni giorno dei medesimi mali
Perché siam tutti soli ed è nostro destino
Tentare goffi voli d'azione o di parola
Volando come vola il tacchino
Non posso farci niente e tu puoi fare meno
Sono vecchio d'orgoglio, mi commuove il tuo seno
E di questa parola io quasi mi vergogno
Ma c'è una vita sola, non ne sprechiamo niente
In tributi alla gente o al sogno
Le sere sono uguali, ma ogni sera è diversa
E quasi non ti accorgi dell'energia dispersa
A ricercare i visi che ti han dimenticato
Vestendo abiti lisi, buoni ad ogni evenienza
Inseguendo la scienza o il peccato
Tutto questo lo sai e sai dove comincia
La grazia o il tedio a morte del vivere in provincia
Perché siam tutti uguali, siamo cattivi e buoni
E abbiam gli stessi mali, siamo vigliacchi e fieri
Saggi, falsi, sinceri, coglioni
Ma dove te ne andrai? Ma dove sei già andata?
Ti dono, se vorrai, questa noia già usata
Tienila in mia memoria, ma non è un capitale
Ti accorgerai da sola, nemmeno dopo tanto
Che la noia di un altro non vale
D'altra parte lo vedi, scrivo ancora canzoni
E pago la mia casa, pago le mie illusioni
Fingo d'aver capito che vivere è incontrarsi
Aver sonno, appetito, far dei figli, mangiare
Bere, leggere, amare, grattarsi
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