Sentimenti inconfessabili Songtext
von Il teatro degli orrori
Sentimenti inconfessabili Songtext
Che sentimenti inconfessabili
Proveranno quelli che vivono senza infamia e senza lode,
E si infilano
In quell′altro cor che, quello di quelli che
Non si difenderanno mai.
I miserabili
Quelli che strillano
Mentre rincorrono sempre e solo il vincitore, sempre e solo l'opportunità,
In nome di Gesù, in nome di quel barbone se ne sono fatte tante nei secoli dei secoli AMEN
Eppure era un bravo ragazzo, un po′ burlone per via dei miracoli però sinceramente democratico.
E vaglielo a spiegare ai cattolici italiani il valore dell'eternità,
Laica o divina che sia,
Quella che poi quando arriva il tuo momento,
Perché arriva il momento, arriva.
Ti vengono a trovare tutti quanti, Ti vogliono vedere per un'ultima volta e piangono, piangono
Neanche da morto ti lasciano in pace e discorrono sulle tue virtù:
Eri bello, eri bravo, eri generoso, eri un cantautore,
Nelle tue canzoni ci mettevi il cuore, ci mettevi la poesia, la passione, l′impegno civile.
C′è persino Federico, quel tignoso di un laziale che scorreggia recensioni.
Che sentimenti inconfessabili
Proveranno quelli che, vivono senza infamia e senza lode
E che si infilano, si infilano, si infilano
Dentro al mio funerale belli incravattati, alle occasioni che contano non si può mancare.
Bisogna farsi vedere, bisogna farsi notare
Mi viene una voglia incontrollabile di risorgere, risorgere
Ma questa volta risorgere nel mondo dei vivi, nel mondo della scienza, dell'umanismo, nel mondo delle idee.
Ma per dio, risorgere!
Oppure restarsene a casa a guardare la tv e morire piano piano, bevendo birra, o ruminando hamburger.
Lo vuoi con il ketchup?
"Tesoro, sei sveglio? Hai fatto un brutto sogno, cosa hai sognato?"
"Ho sognato di essere morto: la bara, il funerale, il prete. Che branco di ipocriti."
"Non ancora: sei più vivo che mai."
"Va bene. Vieni qui dai."
Proveranno quelli che vivono senza infamia e senza lode,
E si infilano
In quell′altro cor che, quello di quelli che
Non si difenderanno mai.
I miserabili
Quelli che strillano
Mentre rincorrono sempre e solo il vincitore, sempre e solo l'opportunità,
In nome di Gesù, in nome di quel barbone se ne sono fatte tante nei secoli dei secoli AMEN
Eppure era un bravo ragazzo, un po′ burlone per via dei miracoli però sinceramente democratico.
E vaglielo a spiegare ai cattolici italiani il valore dell'eternità,
Laica o divina che sia,
Quella che poi quando arriva il tuo momento,
Perché arriva il momento, arriva.
Ti vengono a trovare tutti quanti, Ti vogliono vedere per un'ultima volta e piangono, piangono
Neanche da morto ti lasciano in pace e discorrono sulle tue virtù:
Eri bello, eri bravo, eri generoso, eri un cantautore,
Nelle tue canzoni ci mettevi il cuore, ci mettevi la poesia, la passione, l′impegno civile.
C′è persino Federico, quel tignoso di un laziale che scorreggia recensioni.
Che sentimenti inconfessabili
Proveranno quelli che, vivono senza infamia e senza lode
E che si infilano, si infilano, si infilano
Dentro al mio funerale belli incravattati, alle occasioni che contano non si può mancare.
Bisogna farsi vedere, bisogna farsi notare
Mi viene una voglia incontrollabile di risorgere, risorgere
Ma questa volta risorgere nel mondo dei vivi, nel mondo della scienza, dell'umanismo, nel mondo delle idee.
Ma per dio, risorgere!
Oppure restarsene a casa a guardare la tv e morire piano piano, bevendo birra, o ruminando hamburger.
Lo vuoi con il ketchup?
"Tesoro, sei sveglio? Hai fatto un brutto sogno, cosa hai sognato?"
"Ho sognato di essere morto: la bara, il funerale, il prete. Che branco di ipocriti."
"Non ancora: sei più vivo che mai."
"Va bene. Vieni qui dai."
Writer(s): Gionata Mirai, Giulio Ragno Favero, Kole Laca, Marcello Maria Batelli, Francesco Valente, Pierpaolo Capovilla Lyrics powered by www.musixmatch.com